Il 2012 ha segnato il momento storico del sorpasso del numero di smartphone in circolazione rispetto ai cellulari tradizionali conquistando il 56% del mercato, dato destinato a crescere nei modo esponenziale nei prossimi anni. Per il 2015 è invece atteso il superamento dell’uso dei tablet sui Pc portatili e desk, mentre nel 2017 il 90% del mercato sarà mobile.
E’ con questa realtà che le aziende dovranno imparare sempre più a convivere e trovare la maniera più corretta per gestirla, tanto che si è creato nel tempo il fenomeno del BYOD (Bring Your Own Device) oggi già evoluto nell’acronimo più generico BYOT (Bring Your Own Technology) sempre più spesso utilizzato in ambito scolastico. Tra i principali fattori che agevolano la crescita si incontrano la diminuzione dei costi dei mezzi e delle tariffe degli operatori telefonici, gli aggiornamenti via Cloud e la maggior dipendenza dall’utilizzo delle applicazioni da parte dei consumatori. Già ma i consumatori sono anche lavoratori, sempre più connessi e disposti ad utilizzare le loro tecnologie per portare a termine le mansioni dentro o fuori dall’ufficio. Questa attitudine si sta consolidando, tanto che i responsabili IT si trovano a dover decidere su nuove policy per la registrazione, autorizzazione e gestione dei device mobili personali da connettere alle reti aziendali. Se questa prassi porta dei reali vantaggi nel rendere più fluidi i processi, dall’altra parte il prezzo da pagare in termini di sicurezza è certamente più elevato e coinvolge due fronti. Il primo riguarda il costo che l’azienda deve sostenere per mettere in piedi misure di governance, salvaguardia e manutenzione studiate ad hoc per i dispositivi mobili dei dipendenti e collaboratori, il secondo fronte attiene all’aumento del rischio per la sicurezza dei dati aziendali legato alla maggior difficoltà di controllo dei mezzi mobile e dei loro utilizzatori.
Secondo un recente studio, svolto da ThreatMetrix negli Stati Uniti su un campione di manager e dirigenti IT di aziende nel settore retail e dei servizi finanziari per la valutazione del livello di pianificazione della sicurezza e prevenzione delle frodi, risulta che oltre il 15% non ha mai messo in atto delle politiche specifiche per la gestione dei device personali. Da questa analisi emerge che il 75% dei dispositivi mobili personali di diversa natura vengono utilizzati per accedere alle informazioni aziendali, o all’uso della posta elettronica (70%), o a siti web interni (53%). E’ in questo quadro che la questione “sicurezza” diventa un argomento determinate per aziende ed istituzioni che si trovano a dover intraprendere strategie volte alle gestione di una situazione complessa dovuta all’uso di dispositivi diversi ed eterogenei, al mancato controllo diretto del comportamento di chi ne fa uso e del livello di responsabilità del singolo.