Usa – Uk, scambio dati segreti?

Per un accordo che non si fa, un altro ne arriva. Magari non troppo trasparente.

È questa la sostanza di un’indiscrezione raccolta dal Washington Post, secondo cui, a pochi giorni dal mancato rinnovo dell’intesa atlantica Safe Harbor,  Usa e Regno Unito starebbero lavorando a un patto per il libero scambio dei dati dei rispettivi cittadini.canalesicurezza.it/usa-backdoor-alla-casa-bianca

Evidentemente non ufficiale e prerogativa, piuttosto, dell’attività delle intelligence di Washington e Londra, l’accordo prevederebbe, per gli agenti della Nsa e del britannico MI5, l’accesso indiscriminato ai server della controparte, qualora sussistessero i requisiti in termini di prevenzione antiterroristica.

Di fatto, però, l’intesa cela, dietro le pretese di spionaggio legittimo all’indirizzo di cittadini privati o di organizzazioni, il tentativo di scavalcare le procedure burocratiche oggi necessarie a ottenere le autorizzazioni per la visualizzazione delle informazioni. A qualsiasi genere esse appartengano: quale miglior modo di monitorare il proprio target in tempo reale che non quello relativo a un processo automatico di collaborazione tra le autorità governative e le aziende tecnologiche?

D’altra parte, i sistemi legali dei due Paesi presentano differenze tali per cui l’attuazione del progetto non può dirsi scontata.

Una su tutte, il ruolo della magistratura nel campo delle intercettazioni, se è vero che a Londra queste ultime possono essere emesse direttamente dal Segretario di Stato e a discrezione del suo giudizio, laddove al di là dell’Atlantico l’avallo di un giudice è indispensabile.

A Washington, inoltre, i nuovi umori isolazionistici dei Repubblicani, tornati a egemonizzare i due rami del Parlamento, non lasciano sperare nulla di positivi in termini di cooperazione.