Un uso parallelo e distorto delle risorse informatiche. Questo, se non ce ne eravamo già accorti, è il senso ultimo dello scandalo Datagate, che si arricchisce ogni giorno di nuovi particolari grazie alle rivelazioni della talpa Edward Snowden, l’ex analista e tecnico informatico della Nsa che la scorsa estate, stanco delle violazioni e dei soprusi portati avanti per anni dall’Agenzia centrale di sicurezza, ha deciso di vuotare il sacco.
Ultima in ordine di tempo sarebbe la “confessione” secondo cui la Nsa avrebbe avuto attivo un programma di intelligence per la raccolta e l’analisi di centinaia di migliaia di contatti estrapolati dai servizi di mailing e di messaggistica istantanea degli utenti. Obiettivo ultimo, la ricostruzione delle abitudini e delle relazioni personali di questi ultimi, così da realizzare delle mappe sui comportamenti e le intenzioni di ogni singolo individuo.
Un rastrellamento vero e proprio, che in un solo anno, secondo le indicazioni fornite da Snowden, avrebbe drenato 450.000 liste di contatti da Yahoo!, 105.000 da Hotmail, 82.000 da Facebook e 33.000 da Gmail.
I numeri, da capogiro, testimoniano ancora una volta quanto lontano possa arrivare una rete di controllo costruita sulle maglie del Web, rendendo poco più che un pretesto formale la giustificazione fondata sulle esigenze di sicurezza nazionale che la National Security Agency continua a opporre in sua difesa.
Non stupisce, allora, che il mondo della Rete abbia dato il via a idee e a iniziative per proteggersi dagli spioni. Pescando, ovviamente, dalle app. Dagli Usa, in risposta alla necessità di preservare i dati personali, arriva Safe Slinger https://play.google.com/store/apps/details?id=edu.cmu.cylab.starslinger che permette, a tutti gli utenti che lo abbiano installato sullo smartphone, di conversare e chattare in maniera assolutamente sicura.
Più irriverente, invece, la creazione dello sviluppatore californiano Jeff Lyon, che con Flogger http://www.iphoneappsplus.com/productivity/flogger-mobile-flight-log/index.htm ha deciso di ripagare gli esperti Nsa con un programma in grado di “trollare”, ovvero di esasperare chi ascolta immettendo a oltranza nelle conversazioni parole chiave catalogate come pericolose e generando, in questo modo, continui falsi allarmi.
Meno esuberante ma altrettanto efficace Posteo, progettata da un gruppo di ricercatori tedeschi e capace di crittografare i messaggi con un’efficacia del 100%.
Indubbiamente tali rimedi non potranno assicurarci la protezione totale contro la miriade di orecchie in ascolto in Rete, ma ci possono dare una mano a sentirci più “sicuri”.