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Cloud Economy: un percorso ancora in salita

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Da una stima dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano del giugno 2012, in Italia il Cloud contava il 443 milioni di euro di investimenti di cui 54% attribuibile al Private Cloud. Ad usufruire di questi servizi è soprattutto la grande impresa (67%) e i progetti riguardano principalmente la posta elettronica, i sistemi di unified communication e collaboration, la gestione delle risorse umane, lo scambio documentale e piattaforme di CRM. In questo ambito il tasso di crescita è del 25 per cento anno su anno. A rimanere indietro sono le PMI che costituiscono storicamente il tessuto economico del nostro paese. A confermare questa tendenza è anche una survey condotta da Enter the Cloud fatta partire lo scorso gennaio con 15 domande erogate via e-mail a un campione di 1000 professionisti tra sviluppatori, system administrator, web designer, CIO e CTO su tutto il territorio (Nord/42%, Centro/33%, Sud e Isole/25%).

I risultati non sembrano del tutto incoraggianti. Secondo l’analisi infatti il cloud computing non rientra appieno nelle strategie delle aziende, solo il 28% dei rispondenti ha attuato strategie cloud e le porrà in essere nel 2013. I criteri di scelta sono ispirati dalla possibilità di accesso in remoto alle risorse e dal risparmio sui costi infrastrutturali, mentre sicurezza, privacy, problemi di connettività vengono vissuti ancora come ostacolo. Il 63% dei professionisti IT intervistati è orientato verso il cloud privato. Il 64% dichiara che la propria azienda investirà meno del 5% del budget 2013 per virtualizzazione e cloud computing e quest’ultimo viene associato ancora allo storage di file e documenti. Emerge poi che sulla nuvola prevalgono i servizi: il Software as a Service è la modalità di approccio al cloud computing scelta dalla maggior parte dei cloud-user, dei rispondenti che hanno dichiarato di avere strategie per il 2013 e da quelli che dichiarano di essere in una fase di scelta (43%). Il 35% di questi, invece, utilizza il cloud infrastrutturale (IaaS), probabilmente per sfruttarne prestazioni, flessibilità e scalabilità. Solo il 22% afferma di utilizzare il cloud computing come piattaforma di elaborazione (PaaS). Per il 66% dei professionisti sembra importante scegliere dei cloud provider “made in Italy” con server situati su territorio nazionale. Questa propensione è probabilmente attribuibile all’aspetto legale: i server situati in Italia sono sottoposti a legislazione nazionale e comunitaria e non devono sottostare alle politiche di sicurezza e privacy imposte da altri continenti. Questa indagine sottolinea come in Italia ci sia ancora bisogno di un’alfabetizzazione. Un percorso ancora tutto in salita.

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