C’è anche il contributo di uno scienziato italiano nella scoperta, annunciata nelle ultime ore, di pericolose vulnerabilità che affliggono il sistema di messaggistica istantanea di Whatsapp. E che scienziato: Roberto Paleari infatti è una personalità che gode di fama mondiale, soprattutto per via delle numerose competizioni internazionali cui ha partecipato e che ha anche vinto, come la gara di sicurezza DefCon.
Ebbene il ricercatore informatico, insieme ai colleghi del Politecnico di Milano, è tra i primi ad aver individuato e documentato tutte le falle nel sistema di crittografia dell’applicazione di chat più famosa al mondo, che al momento ha all’attivo 25 miliardi di messaggi scambiati al giorno. Tuttavia Whatsapp non è sicura. Non solo perché fino a poco tempo fa la soluzione lavorava in chiaro e quindi rendeva praticamente trasparenti tutte le comunicazioni scambiate, ma anche perché gli stessi server su cui l’applicazione poggia non sono certo campioni di sicurezza. Anzi. I bug rilevati sarebbero tali da permettere anche a un hacker poco esperto di appropriarsi di un account e da inviare da quest’ultimo messaggi fasulli. Sulla medesima falsariga, una specifica funzione per sviluppatori sarebbe tanto debole da consentire a chiunque la sottrazione delle password dagli smartphone. E non finisce qui: essendo organizzati in maniera centralizzata, i server sono comunque soggetti all’intercettazione da parte delle grandi multinazionali e dei Governi. L’ombra del Grande Fratello, insomma, si allunga: sicuri oppure no.