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Password olfattive

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Password. Fastidiose e spesso inutili, perché la metà delle volte ce le dimentichiamo, in particolare se abbiamo una presenza diffusa sul Web, ma indispensabili per proteggere e garantire l’incolumità dei dati in Rete: per lo meno, questo è il metodo di sicurezza più svelto ed efficace che fino a oggi la tecnologia è stata in grado di fornirci. Il fatto che questa sia l’unica soluzione attualmente disponibile, tuttavia, non significa che non sia migliorabile e possa andare incontro a evoluzioni anche importanti.

Come quelle che ha recentemente proposto un team di scienziati spagnoli dell’Universidad Politecnica di Madrid, che, in collaborazione con i tecnici dell’azienda high tech Ilia Sistemas, ha allo studio una rivoluzionaria metodologia per filtrare e riconoscere le persone che si apprestano a utilizzare un device It in base all’odore che emettono. In base a dettagliate verifiche scientifiche eseguite dal team pare infatti che gli schemi individuali di questo tipo, fondati cioè sull’olfatto, siano tra quelli in grado di rimanere maggiormente stabili e costanti nel tempo, rappresentando un elemento unico e discriminante per distinguere gli individui gli uni dagli altri. Certo, la strada per convertire la tecnologia in questione su scala industriale è ancora lunga e irta di ostacoli, a partire dal tema della precisione dei sensori di rilevazione che dovrebbero essere utilizzati, ma i presupposti tecnici sono più che attendibili. Presto, dunque, numeri e caratteri alfanumerici ogni volta più strambi e quindi facili a dimenticarsi potrebbero diventare un ricordo.

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