Sulla sicurezza informatica l’Onu promuove l’Italia con riserva.
Questo l’esito di The Global Cybersecurity Index 2017, un nuovo indice internazionale che le Nazioni Unite, attraverso l’associazione membro denominata International Telecommunication Union, hanno deciso di redigere periodicamente, con l’obiettivo di incoraggiare gli sforzi strutturali ed economici dei vari Paesi a favore di una più solida cultura della cybersecurity.
Nella classifica finale la top ten vede superare a pieni voti l’esame sottoposto dagli esperti Singapore, Stati Uniti, Malesia, Oman, Estonia, Mauritius, Australia, Georgia, Francia, Canada.
Trentottesima nel mondo per livelli di sicurezza informatica, invece, l’Italia, di cui gli esaminatori hanno apprezzato il grande lavoro tecnico messo in atto negli ultimi mesi per adeguarsi agli standard internazionali ma di cui, ancora, vengono messe in evidenza le lacune in termini di legislazione severa contro i cybercriminali.
Secondo i responsabili Onu, infatti, combattere efficacemente malware del calibro di WannaCry e Petya significa anche poter disporre di norme precise e puntuali per punire le organizzazioni illegali che imperversano in Rete.
“Ci impegniamo a sensibilizzare il mondo su questo tema. gli attacchi hacker non possono essere eliminati da un giorno all’altro ma ai vari governi nazionali spetta il compito di poterli prevenire e ridurre al massimo possibile” ha dichiarato Houlin Zhao, segretario generale ITU