La scelta si può giustificare con il vecchio detto per cui l’importante, in ogni situazione, è riuscire a “fare di necessità virtù”. Così, se lo scandalo Datagate impazza e la reputazione delle multinazionali It è a rischio perché è francamente impossibile che i management delle società non sapessero di essere spiati e di divenire a propria volta strumento di diffusione dei malware in Rete, Google corre ai ripari e impone il protocollo di cifratura dati Https a qualsiasi forma di interscambio di comunicazione da e verso i propri server.
Già parametro di sicurezza di default dal 2010, Htpps diventa quindi un accessorio obbligatorio per tutti gli invii e le ricezioni di dati attraverso Gmail, per garantire, fanno sapere da Mountain View, che “nessuno possa spiare i vostri messaggi nel momento in cui si muovono tra voi e i server di Gmail, indipendentemente dal fatto che stiate usando reti Wi-Fi pubbliche o che vi stiate connettendo dal vostro pc, telefono o tablet”.
Google non ha certo interesse a collegare la novità ai fatti raccontati dall’ex agente segreto Edward Snowden e in cui, come detto, è stata pure, consapevolmente o no, coinvolta, ma il riferimento del presidente Eric Schmidt “ad alcuni episodi verificatisi la scorsa estate” la dice lunga sui fantasmi che il motore di ricerca potrebbe nascondere nell’armadio.