Gli attacchi informatici contribuiscono alla crescita economica cinese

Luglio sarà un mese decisivo per l’inizio ufficiale delle relazioni tra USA e Cina in materia di sicurezza informatica. L’amministrazione Obama non può più attendere, infatti il generale Keith B. Alexander, direttore della National Security Agency degli Stati Uniti, ha definito gli ultimi attacchi come “il più grande trasferimento di ricchezza della storia”, gli hacker hanno rubato una serie di segreti legati alle strategie e a dettagli significativi sulla nuova generazione di aerei da guerra e sui sistemi di controllo dei gasdotti. Obiettivo dei due paesi è quello di mantenere regolari colloqui per impostare gli standard di sicurezza, alla luce anche delle tensioni provocate dalle recenti minacce nucleari della Corea del Nord. Per venerdì prossimo il presidente Obama e il neo presidente cinese Xi Jinping hanno già in programma di tenere un insolito vertice informale presso la storica tenuta Sunnylands di Rancho Mirage in California. Gli industriali e accademici cinesi dicono che se la Cina vuole mantenere il suo tasso di crescita economica annua del 7 o 8 per cento, ha bisogno di un flusso costante di nuove tecnologie. Questo potrebbe rendere il paese riluttante nel bloccare  il furto sistematico della proprietà intellettuale. I problemi di sicurezza informatica, dunque, incombono tra gli Stati Uniti e la Cina poiché di fatto vanno al cuore delle relazioni economiche tra i due paesi, ancora di più oggi in quanto i passati momenti di attrito legati per esempio alle politiche cinesi in tema di valuta estera si sono allentati nel corso dell’ultimo anno.