Internet of things: bella, attraente, smart. Chi negherebbe mai il pregio della comodità a un oggetto della quotidianità che funziona da solo? Meglio ancora se si tratta di un’automobile. E infatti, nelle ultime settimane, in televisione trasmettono uno spot il cui slogan suona come la realizzazione di una profezia: “Il futuro della guida assistita è ora”.
Proprio così. La marca automobilistica in questione è Volvo, che, a quanto pare, si è accaparrata il primato degli automezzi dotati di tecnologia per la guida assistita: qualora il conducente fosse stanco, l’automobile guida da sé.
Rivoluzione, esulteranno molti, che tuttavia sembra non aver fatto i conti con la sicurezza.
Almeno stando alle cronache in arrivo dal Giappone, dove un’altra casa automobilistica, Nissan, ha fatto segnare un altro primato: il modello Leaf è stato craccato da un gruppo di ricercatori che, da remoto, è riuscito ad assumere il controllo della centralina di bordo dell’automezzo.
L’origine del problema è stata individuata all’interno delle API implementate dall’azienda; interfacce aperte e accessibili senza autenticazione, cosicché, una volta trovati gli ultimi cinque caratteri del codice VIN individuale specifico di ogni vettura è possibile, per chiunque disponga di una consolle, controllare l’intera automobile.
D’altra parte, le funzionalità “bucate” sono soltanto quelle relative al controllo dello stato della batteria e all’avvio della ricarica.
Nissan, cioè, è corsa ai ripari e ha limitato i danni. Insomma, da oggi, la sicurezza It ha un nuovo fronte di battaglia, forse molto più vicino al nostro quotidiano di quanto non lo sia un semplice gadget It.