L’agenzia sudcoreana Yonhap riferisce che Pyongyang ha spostato due missili Musudan sulla costa orientale del paese e Seul e Washington portano il livello di allerta allo stadio 2 che nel linguaggio militare significa che la situazione comincia ad essere seriamente preoccupante. Questi missili hanno una capacità di portata di 4.000 chilometri, sufficienti a raggiungere il Giappone, la Corea del Sud e l’isola di Guam che appartiene agli Stati Uniti. Dunque, King Yong-Un, il giovane leader nordcoreano sembra non aver nessuna intenzione di bloccare i test
nucleari e di alleggerire la tensione tanto che da oggi ha fatto anche chiudere l’ingresso al valico di confine di Dandong tra i più importanti punti di collegamento con la Cina. Cosa si sta profilando? Una guerra reale o psicologica?
Per fermare l’avanzata, qualsiasi essa sia, non è entrata in partita solo la mediazione della politica internazionale. A chiedere di smettere sono anche gli hacker. Noto è l’attacco dei primi di aprile da parte di Anonymous verso numerosi siti web e profili di Twitter e Facebook della Corea del Nord. E’ stato hackerato anche il profilo Flickr del sito del sito Uriminzokkiri, nel quale è stato messo il manifesto “Wanted” con un fotomontaggio con l’immagine di Kim-Jong-Un trasformata in un maiale con un topolino tatuato sul ventre. Ma anche per la Corea del Nord la guerra non solo è per aria o per terra, infatti è stato da poco confermato che dietro il cyber-attacco del 20 marzo scorso, che ha paralizzato tre importanti istituti bancari ed emittenti della Corea del Sud, ci sia un’azione premeditata di Pyongyang.