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WhatsApp: il Garante della Privacy ci vuole vedere chiaro

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WhatsApp rappresenta l’applicazione di messaggistica istantanea per dispositivi mobili – smartphone  e tablet –  che ha riscontrato a oggi il maggior successo. Alla fine del 2012 questo servizio ha raggiunto 18 miliardi di messaggi scambiati. Disponibile per iOS, BlackBerry OS, Android, Nokia, Windows Phone e Symbian, consente di inviare messaggi di testo, immagini, video e audio con i contatti della propria rubrica che a loro volta hanno installato il programma sui loro dispositivi mobili. Perché funzioni è sufficiente avere una connessione Internet. Per usufruire del servizio gli utenti devono mettere a disposizione le liste dei numeri di telefono memorizzati, incluso quelli di coloro che non hanno scaricato l’App. Ma WhatsApp Inc. cosa ne fa poi di tutti questi dati che legge e conserva?

A sollevare il problema sono stati i rapporti dei Garanti della Privacy di Canada e Olanda nei quali emerge che alcune funzionalità di questa applicazione possono mettere a rischio la tutela delle informazioni personali degli utenti. Da qui segue l’intervento dell’Autorità Italiana in materia di privacy che con una lettera alla società californiana chiede spiegazione sulle modalità di raccolta, utilizzo e conservazione di queste informazioni e sulle misure adottate per limitare il rischio che altri entrino in possesso di questi dati e ne facciano un uso illecito.

In attesa di una risposta.

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