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iPhone 5S: stop alle mani bagnate

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L’autenticazione dell’identità attraverso il lettore automatico di impronte digitali è sicuramente la novità più eclatante tra quelle contenute nei nuovi iPhone 5S appena lanciati da Apple, anche se, questa volta, almeno stando alle voci più critiche, la Mela sembra non aver detto granché sul fronte dell’innovazione. Se non, appunto, per la trovata del lettore di impronte digitali, su cui però già si è abbattuta la scure degli attivisti per la privacy.

Secondo le associazioni americane per la difesa del diritto alla riservatezza degli utenti, le cui proteste sono state raccolte dal Wall Street Journal, Touch ID, questo il nome dell’ultima trovata di Tim Cook e compagni, non garantisce la sicurezza dei suoi utenti. Ha un bel dire allora Cupertino che, eseguito il touch delle dita sul display, i dati registrati rimangono all’interno del sistema iOS e che, in ogni caso, il device non registra la vera e propria impronta ma solo una sorta di firma per riconoscerla. Così non è per i detrattori della Mela: anche se il sistema necessita dell’impostazione di una password di backup che sarà richiesta all’utente trascorse 48 ore dal precedente utilizzo (secondo Cupertino una garanzia di sicurezza sufficiente) i dati di autenticazione verranno comunque conservati nei data center della multinazionale e come tale risulteranno vulnerabili. Nsa docet. Non solo. Il nuovo sistema operativo dei Melafonini potrebbe andare incontro a un ostacolo molto più concreto ma tremendamente imbarazzante. Sembra infatti che Touch ID mal digerisca mani sudate e bagnate e polpastrelli rovinati. iPhone esclusivi dunque. Forse troppo.

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