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Apple, patch per Error53

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error53

Quando la sicurezza incontra il diritto. Potremmo riassumere così le cronache che nelle ultime settimane hanno interessato Apple e i suoi melafonini, coinvolti nella scomoda faccenda di Error53.

Un messaggio di errore, quest’ultimo, palesatosi a tutti gli utenti che, per vari motivi, avevano subito un danno della funzionalità di sicurezza legata al lettore di impronte integrato nel terminale e che, tuttavia, si erano rivolti a centri di manutenzione non ufficiali per ovviare all’inconveniente. Risultato: blocco totale del device da parte dell’azienda e perdita irrimediabile dei dati conservati nei modelli iPhone6 e iPhone6 Plus.

Con tanto di beffa per i clienti “pizzicati” da Cupertino a violare la policy proprietaria della corporation sui propri prodotti, prontamente invitati ad acquistare un nuovo device e a non ripetere mai più la grave imprudenza.

Se non che dall’Australia qualcuno si è accorto che, forse, la punizione era esagerata. Il punto, hanno ragionato da uno studio legale di Seattle, è che Error53 va oltre la prevedibile disabilitazione della funzione TouchId, rendendo del tutto inutilizzabile il device. D’altra parte, Apple non si è premurata di allertare gli utenti sull’eventualità dello stesso Error53 nell’ambito del contratto di licenza, così come avrebbe dovuto garantire, quanto meno, la reversibilità tecnica dell’errore. Ma non lo ha fatto, con l’evidente intento di indurre gli utenti ad acquistare nuovi dispositivi o a usufruire forzatamente dei servizi di manutenzione fuori garanzia. Con l’intento, cioè, di ricavarne un profitto, su cui sussiste il beneficio del dubbio di una deliberata volontà.

Ecco spiegata, allora, l’immediata class action da 5 milioni di dollari e l’altrettanto rapida assunzione di responsabilità dell’azienda, che ha accettato di rilasciare una patch correttiva del danno e ha ridotto parecchio gli effetti sistemici della propria funzionalità di sicurezza: la versione aggiornata di iOS 9.2.1 ripristina il funzionamento dello smartphone anche in caso di riparazione non autorizzata, ma il lettore di impronte Touch ID rimane inattivo previo intervento di un tecnico autorizzato Apple.

Dal punto di vista della nostra analisi, si apre l’interrogativo se a meglio garantire le performance di sicurezza valgano la giurisprudenza o le strategie d’impresa dei vendor.

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